Scuola domenicale per bambini - III Grado

Lettura settimanale

 

 

Domenica 19 Maggio 2024

Lettura della 1.a Domenica dei Gemelli


Parola-chiave: Ragione

 

L’Angelo Stellare questo mese è Mercurio, e il suo messaggio è: “Guardate! La verità di Dio è ovunque!”.

Ricordate quello che abbiamo imparato, che ognuno di noi è in realtà una scintilla divina di Dio, e che il nostro corpo è solo la casa dove abitiamo? Oggi vi dirò qualche cosa che potrà sorprendervi, e cioè che ognuno di noi ha più di un corpo. Tutti hanno un corpo fisico che possiamo vedere. È il corpo che ci permette di muoverci e fare delle cose sulla Terra. Il corpo fisico è il primo corpo che ci fu dato quando iniziammo a frequentare la scuola di Dio qui sulla Terra, milioni e milioni di anni fa. Avendolo avuto per un periodo di tempo così lungo, il nostro corpo fisico è il corpo più perfetto di tutti, anche se non è ancora perfezionato del tutto e dobbiamo imparare molte altre lezioni prima che lo sia. Poi abbiamo altri due corpi che non possiamo vedere. Si chiamano corpo vitale e corpo del desiderio, e si trovano dentro e attorno al nostro corpo fisico, anche se non possiamo vederli. Il corpo vitale ci aiuta a crescere e a imparare, e il corpo del desiderio ha a che fare con quello che sentiamo: essere felici, tristi, amorevoli, gentili, angosciati, o qualsiasi altro sentimento. Questi due corpi ci furono dati dopo del corpo fisico, e abbiamo un sacco di lavoro da fare su di essi prima che possano diventare perfetti. Se ci impegniamo, ogni giorno può portare dei progressi.

Poi abbiamo un altro corpo – uno che probabilmente voi conoscete già, ma non avete mai pensato che potesse essere un corpo – ed è la mente. La mente aiuta tutti gli altri corpi a lavorare insieme; se non ci fosse la mente per questo scopo, tutti i nostri corpi vorrebbero fare delle cose che interferirebbero una con l’altra, e finiremmo per ammalarci! La mente fu l’ultimo corpo ad esserci dato, e per questo c’è molto lavoro da fare prima che riusciamo ad usarla perfettamente.

Più usiamo la mente, più presto essa diventerà forte e migliore. La nostra mente non può funzionare senza sapere che cosa succede attorno a noi nel mondo, ed è per questo che abbiamo i cinque sensi: la vista, l’udito, il gusto, il tatto e l’odorato. Forse conoscete abbastanza bene come essi mandano i loro messaggi al cervello, che è l’organo fisico attraverso cui la mente lavora. Quando gli occhi vedono un’automobile che arriva mentre volete attraversare la strada, mandano questo messaggio al vostro cervello, e voi sapete che dovete fermarvi sul ciglio fino a quando la macchina non sia passata. Se entrate nella cucina e sentite calore uscire dal forno, il vostro senso del tatto manda questa sensazione al cervello, e voi sapete che è meglio stare lontani dal forno perché potreste scottarvi.

Adesso, chiudiamo tutti gli occhi e tappiamoci le orecchie, e immaginiamo quanto sarebbe difficile vivere se non avessimo il gusto, l’odorato o il tatto che sente le cose. Restiamo in questo modo per qualche minuto, e forse avremo una piccola idea di come sarebbe se non avessimo nessuno dei cinque sensi.

(Dopo un po’) Come vi siete sentiti? (Discussione, lasciare che i ragazzi indichino il generale “nulla” che deriva dalla mancanza dei sensi)

Ora capite che i nostri sensi ci aiutano molto, ma essi non ci aiuteranno al massimo se non li alleniamo, e possiamo farlo prestando attenzione a quello che succede intorno a noi. Ad esempio, supponiamo che vogliamo attraversare una strada, e con gli occhi vediamo un’auto che sta arrivando. Siamo però talmente occupati a parlare con un amico o a pensare a quello che faremo quando saremo arrivati a casa, da non prestarci attenzione e cominciamo lo stesso ad attraversare la strada. Ci troveremmo in difficoltà dopo. Oppure, supponiamo che stiamo correndo in cucina pieni di idee su una festicciola che dobbiamo fare, non prestando attenzione al fatto che il forno è caldo, appoggiandoci lo stesso al forno. Sicuramente dimenticheremmo immediatamente la nostra festicciola se ci scottassimo, vero?

I nostri sensi non possono inviare il giusto messaggio al cervello e alla mente se non prestiamo attenzione e non li teniamo allenati, e il cervello e la mente non potranno fare perfettamente il loro lavoro se non riceveranno il messaggio correttamente. Ricordiamoci allora di prestare sempre attenzione.

Domenica prossima preparatevi a raccontare qualcosa che avete visto, o udito o toccato o gustato o annusato questa settimana, e vedremo quanta attenzione avete prestato a quel qualcosa e quanto riuscirete a parlarne bene.

 

 

Lezione Biblica – Genesi 11:1-10

 

La Torre di Babele

 

Testo d’oro: Mi sono impegnato di nuovo a conoscere e indagare e cercare la sapienza e il perché delle cose. Quelet 7:25.

 

“Costruiamo una torre abbastanza alta da raggiungere il Cielo, e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra”. Così dissero gli abitanti di Sennaar, una provincia della Babilonia, sulle rive del fiume Eufrate. Era la parte più potente dell’Impero Babilonese, ma anche il luogo del mondo che commetteva più peccati. Il popolo era molto orgoglioso, e voleva essere ricordato per tutti gli anni futuri. Essi adoravano l’idolo ”Baal”.

La Torre di Babele (che vuol dire Porta di Dio) fu costruita nel tempio del dio Baal. Il popolo diceva che una volta terminata la Torre avrebbe potuto ribellarsi al vero Dio e lottare con Lui, dopodiché avrebbe posto i propri dei facendo così un nome per se stessi.

Può sembrare strano che quel popolo pensasse di costruire una torre abbastanza alta da raggiungere il cielo, ma dobbiamo ricordare che la loro mente non era ancora molto forte.

In quell’epoca, tutta la gente sulla Terra parlava una lingua sola ed era unita, anche se non si rendeva conto di quanto questo fosse importante. Era diretta da Guide divine che eseguivano la volontà di Dio.

Quando decise di costruire la Torre di Babele, il popolo aveva sviluppato la propria volontà egoistica, allontanandosi dalla direzione delle Guide divine. Così fu posto sotto il governo di Jehovah, che disse: “Confondiamo il popolo in modo che non comprendano più l’uno la lingua dell’altro. Disperdiamolo su tutta la faccia della terra”.

Nel costruire la Torre, il popolo dava alle cose materiali della vita il primo posto nei loro pensieri e nelle loro azioni. Erano così intenti nella costruzione della Torre che si addoloravano di più per la perdita di una sola pietra che della perdita della vita di un operaio della Torre.

Da allora, il popolo di un paese non comprese più la lingua degli altri popoli senza doverla studiare. Così cominciò la confusione: i popoli si separarono e cessò l’unità del genere umano. La separazione continuerà finché non avremo imparato a superare l’egoismo e a portare a termine le nostre responsabilità verso tutta l’umanità.

Dio è pronto e desideroso di aiutarci sulla strada giusta, ma noi dobbiamo chiedergli di volerlo fare. L’uomo ha il diritto divino della libera volontà, che significa che ciascuno di noi deve scegliere se seguire la volontà di Dio o i propri desideri egoistici. Noi tutti, tuttavia, prenderemo le conseguenze delle scelte che faremo. Questo è il significato delle parole: “Come semineremo, così raccoglieremo”.

Oggi, molti popoli aiutano altri popoli e altre nazioni. Ciò si verifica soprattutto quando vi sono disastri come incendi, inondazioni e terremoti. Questo va bene, ma finché vi sono popoli in qualche luogo che hanno bisogno di soccorso, un aiuto supplementare sarà necessario.

Nel nostro mischiarsi quotidiano con altri popoli molto spesso non siamo gentili, soccorrevoli e utili. Il Cristo-Gesù ci spinge ad “Amare il prossimo come noi stessi”. Quando un numero sufficiente di persone farà questo, avremo pace sulla Terra. La pace deve cominciare da me e da voi, proprio da dove ci troviamo, ciascuno e ogni giorno.

Cominciamo amando, pregando e aiutandoci l’un l’altro. Non importa quanta piccola parte la nostra può essere, se lo facciamo al meglio delle nostre possibilità. Pregando per l’aiuto di Dio, troveremo il modo di farlo e porteremo Amore, Pace e Gioia agli altri e anche a noi stessi.